UGC vs Influencer Content: Chi Converte di Più nel 2025?

UGC vs Influencer Content: Chi converte di più?
L'altro giorno parlavo con un cliente che mi ha fatto una domanda che mi ha fatto riflettere per giorni: "Ma alla fine, conviene di più pagare un influencer o sperare che i miei clienti postino da soli?" Bella domanda. E la risposta... beh, è complicata.
Siamo tutti lì a spremere il cervello per capire dove investire i nostri budget sempre più risicati. Da una parte ci sono gli influencer - quelli belli, preparati, che sanno fare video che ti ipnotizzano. Dall'altra c'è l'UGC, ovvero quando la signora Maria posta la foto del tuo prodotto su Instagram con una didascalia che fa più vendite di una campagna da 50k euro.
Ho analizzato parecchi casi quest'anno e... i risultati mi hanno sorpreso.
La verità che non ti aspetti
Ok, partiamo dai numeri perché sono quelli che contano davvero. L'UGC - cioè i contenuti creati dagli utenti - ha un engagement rate 6,9 volte superiore rispetto ai contenuti di brand. Sì, avete letto bene. Quasi 7 volte.
Ma non è solo questione di like e commenti. Il 93% delle persone si fida di più di una recensione o di un post di un cliente vero piuttosto che di una pubblicità patinata. È un po' come quando chiedi consigli su un ristorante: ti fidi di più di tuo cognato che ci è andato ieri sera o del sito ufficiale che dice "esperienza culinaria unica"?
Però... e c'è sempre un però.
Gli influencer non sono morti (anzi)
Sarebbe troppo facile dire "UGC vince su tutto, chiudiamo il discorso". In realtà, quest'anno sto vedendo cose interessanti soprattutto con i micro-influencer. Quelli tra i 10 e 100mila follower stanno facendo numeri pazzi.
Ho seguito una campagna di una startup di cosmetici che ha collaborato con 15 micro-influencer invece di puntare su una mega-star. Risultato? ROI del 340% contro il 120% della campagna precedente con la celebrity.
Il segreto? La prossimità. Questi influencer "piccoli" sono percepiti come più vicini, più credibili. I loro follower pensano davvero che se consigliano un prodotto è perché lo usano veramente.
Però attenzione - e qui ci sono cascato anch'io inizialmente - non tutti i micro-influencer sono uguali. Devi trovare quelli che hanno una community vera, non quelli che comprano follower su Telegram.
La strategia che funziona davvero
Dopo aver testato entrambi gli approcci per mesi, ho capito una cosa: è stupido scegliere tra l'uno o l'altro. È come chiedersi se è meglio il sale o il pepe.
La combo vincente che sto usando con i miei clienti è questa:
Fase 1 - Launch con influencer: Usi i micro-influencer per creare il buzz iniziale. Scegli 3-5 profili che si allineano davvero con il tuo brand. Non quelli che postano di tutto per 50 euro.
Fase 2 - UGC Machine: Incentivi i clienti a creare contenuti. Qui non parliamo di contest fasulli, ma di sistemi semplici: sconti per chi posta, reshare dei contenuti migliori, magari un hashtag che funziona davvero.
Fase 3 - Amplificazione: Prendi i contenuti UGC migliori e li usi come advertising. Paradossalmente, la foto sgranata di un cliente soddisfatto può performare meglio di un video da 10k euro.
Esempio pratico: un e-commerce di abbigliamento sportivo che seguo ha iniziato collaborando con 5 fitness micro-influencer. I loro post hanno generato il primo wave di UGC. Ora, dopo 6 mesi, hanno una media di 50+ post di clienti al mese. E quei post li usano per tutto: Instagram ads, newsletter, homepage del sito.
Gli errori che vedo fare sempre
Con gli influencer: Scegliere solo per i numeri. Ho visto campagne floppare perché il brand aveva scelto l'influencer con più follower invece di quello più affine ai propri valori.
Con l'UGC: Aspettare che succeda da solo. Se non dai incentivi o non crei sistemi per raccogliere contenuti, puoi aspettare mesi prima di vedere qualcosa di decente.
In generale: Non misurare mai niente. Quante volte ho sentito "sì, è andata bene" senza uno straccio di dato? Se non misuri il ROI specifico, stai buttando soldi.
Quello che funziona nel 2025
Onestamente? I clienti sono sempre più scaltri. Riconoscono la pubblicità travestita da lontano un miglio. L'UGC funziona perché è genuino - o almeno sembra genuino.
Ma gli influencer giusti funzionano ancora perché riescono a creare contenuti di qualità e a raggiungere audience specifiche che magari tu non riusciresti mai a intercettare.
La chiave è l'autenticità. Che tu stia lavorando con un influencer o raccogliendo UGC, deve sembrare vero. Appena sembra forzato o troppo commerciale, la gente se ne accorge subito.
E poi, diciamocelo... non tutti hanno il budget per influencer costosi. L'UGC ti permette di avere contenuti freschi praticamente gratis. Basta organizzarsi bene.
I punti da tenere a mente
- L'UGC converte di più perché sembra più autentico (e costa molto meno)
- I micro-influencer sono il sweet spot tra reach e credibilità
- La strategia migliore è usare entrambi: influencer per il lancio, UGC per continuare
- Misura sempre i risultati specifici, non solo vanity metrics
- L'autenticità è tutto - appena sembra fake, la gente scappa
Se stai ripensando alla tua strategia di content marketing, parliamone. In MM Agency abbiamo testato entrambi gli approcci e sappiamo come farli funzionare insieme senza sprecare budget.